sabato 31 ottobre 2009

Federalismo liberale

La forma di Stato federale ha presentato diversissime applicazioni, ma prima ancora altrettanto diverse teorizzazioni. La realtà storica più risalente, almeno secondo le teorie classiche del federalismo, ci dimostra come il processo sia stato sempre di questo tipo: entità preesistenti che, stipulando tra loro un "patto" costituente (foedus), decidono di limitare la propria sovranità in modo da perdere autonomia giuridica esterna a favore di un ente che esercita il proprio potere sull'intero territorio risultante dall'unione di quello delle entità fondative. Basti pensare alla nascita degli Stati Uniti d'America, ormai esempio di scuola, ma anche alla Svizzera e, con le dovute cautele interpretative, alla Germania, al Brasile, al Canada, al Messico e all'India. Lo stesso sta avvenendo per l'Unione Europea, anche se, in effetti, si tratta di un processo graduale che porterà, probabilmente, un giorno alla nascita di uno Stato federale europeo, ma secondo modalità e tempistica del tutto diverse da quelle realizzatesi fino ad ora.
Tuttavia, una tendenza diversa riguarda quegli Stati che, nati come unitari, si sono poi dotati (o si stanno dotando, nella maggior parte dei casi) di una struttura di tipo federativo: per essi, si ricordano il Belgio, l'Italia e la Spagna.
Per tentare di trovare un minimo comun denominatore tra le diverse esperienze storiche ora ricordate, credo che da un punto di vista liberale, si possa affermare che il federalismo nasce come una delle teorie costituzionaliste di divisione e, quindi, bilanciamento dei poteri tra diversi soggetti costituenti un ordinamento giuridico. Mentre nelle teorie che potremmo - grossolanamente - definire "centralizzanti" o "unitarie", il potere politico è diviso fondamentalmente tra tre soggetti istituzionali costituenti lo Stato, o Repubblica, (Parlamento, Governo, Magistratura), nelle teorie federaliste il quadro è complicato perché la divisione istituzionale non è ritenuta sufficiente a garantire il cittadino dall'arbitrarietà dei detentori dei pubblici poteri: non più una Repubblica unica nella sua concretezza territoriale, ma una forma di organizzazione che comprenda ed esalti altre realtà territoriali, solitamente denominate Stati o Provincie.
Dunque, creazione di un doppio livello di legislazione, governo e amministrazione della giustizia: Federazione e Stato. Questa ricostruzione può essere vera nella misura in cui riteniamo che la teoria che possa spiegare la nascita di sistemi federali sia quella "monistica"con prevalenza dell'ordinamento federale, per la quale è l'ente federale che in qualche maniera crea e giustifica la sussistenza di una realtà ordinamentale sott'ordinata, cui vengono attribuite la generalità delle competenze, riservando a sé solo determinate materie (in particolare, la politica estera e la difesa) ritenute fondamentali per la stessa sopravvivenza del complesso politico e giuridico.

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